Dieci Cappelle per la Biennale. L’architettura si fa voce spirituale

Per la prima volta la Santa Sede partecipa alla Biennale di Architettura di Venezia con il proprio padiglione, una vera sequenza di dieci cappelle progettate da altrettanti architetti provenienti da tutto il mondo, tra cui Norman Foster

Il progetto Vatican Chapels, curato da Francesco Dal Co, approda su un’isola della Laguna, penetrando nell’oasi del bosco non attraverso rappresentazioni grafiche o modelli ma con un vero e proprio progetto Architettonico

 

 

Il numero delle cappelle è anch’esso simbolico, esprime un decalogo di presenze incastonate all’interno dello spazio che sono simili a voci fatte architettura. Il progetto deriva da un modello preciso, la “Cappella nel bosco” costruita nel 1920 dall’architetto Gunnar Asplund nel Cimitero di Stoccolma

 

 

Asplund definisce la cappella come un luogo di orientamento, incontro, meditazione casualmente o naturalmente formatosi all’interno di un bosco inteso quale fisica evocazione del labirintico percorso della vita

 

 

Questo tema è stato riproposto ai dieci architetti invitati. Norman Foster ha scelto come partner costruttore della propria cappella, Tecno: il concept ha come punto di partenza tre croci simboliche e un ponte di legno che progressivamente sono divenuti un deck e una tensegrity structure formata da cavi e puntoni di acciaio che sorregge un graticcio in legno

 

 

La cappella è orientata a est e l’appendice estrema, che guarda sulla laguna, rientra verso l’interno costituendo l’altare. La cappella è un progetto speciale che conferma la relazione tra Norman Foster e Tecno, una collaborazione trentennale che ha portato allo sviluppo di prodotti icona

 

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