Ignazio Gardella discende da una famiglia di Architetti che da sempre ha avuto uno stretto legame con la regione Piemonte, a partire dal Nonno. Nell’arco di più di un secolo è possibile leggere il cambiamento e la storia dell’Architettura Italiana attraverso il lavoro apportato da queste tre generazioni
Fotografia per ricordare l’Architettura Italiana. Un monumento alla Nostra storia
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I maggiori incarichi dei Gardella verranno dal rapporto con la famiglia Borsalino. Fortemente presenti in ambito industriale e sociale, i Borsalino estesero la loro azione al settore assistenziale, Quando nel 1928 Arnaldo muore improvvisamente, gli subentra il figlio Ignazio, il cui primo lavoro sarò proprio il Sanatorio, finanziato da Teresio Borsalino e inaugurato nel 1936
Emblematico è la svolta stilistica impressa da Ignazio che abbracciando la concezione della “macchina per guarire”, utilizzerà le forme del nascente razionalismo privo di decorazione: tetti piani, forme scatolari e cilindriche, ampie finestrature, finestre d’angolo. A fianco del Sanatorio Ignazio realizza una chiesetta, la cui pianta è basata sulla forma a parabola, introducendo il Giovane ad un suo stile personale
Nel 1994 un disastrosa alluvione colpì il Sanatorio, successivamente ristrutturato per opera della Società Borsalino. I lavori cominciati nel 2002 vennero terminati nel 2006, trasformando la struttura in un nuovo Centro Riabilitativo Polifunzionale che comprende un centinaio di stanze, ambulatori, sale mediche, sale riunioni, palestre e due piscine
Attraverso gli scatti di Giordano possiamo conoscere, ancora una volta la nostra storia, fatta di Architettura, Industria e Società. Il suo lavoro, come quelli passati, è uno sguardo attento su dettagli e proporzioni, un racconto fatto di immagini e suggestioni