Le sculture in cartapesta nella scenografia di Antonella Paglialonga
Le sculture in cartapesta nella scenografia di Antonella Paglialonga

Le sculture in cartapesta nella scenografia di Antonella Paglialonga

Carta, farina e acqua, sono questi gli ingredienti che mescola Antonella Paglialonga, creando le sculture in cartapesta che nascono nel suo spazio bolognese Ozio. Il suo lavoro combina abilità manuali ed estro creativo plasmando attraverso la carta, opere che nascono dalla libera ispirazione o dal contesto che è chiamata ad interpretare e popolare.

Antonella Paglialonga, scenografa specializzata in interior design, ha studiato all’Accademia delle Belle Arti di Bologna, successivamente agli studi ha sperimentato diverse forme artistiche ma negli anni attratta dalle forme e dai volumi che avrebbe potuto assumere un semplice foglio di carta, ha eletto questo materiale come quello ideale per esprimersi.

Conosciamola meglio attraverso questa intervista in cui ci ha raccontato tanto del suo lavoro e del processo creativo.

Le sculture in cartapesta nella scenografia di Antonella Paglialonga

#1 answer

Hai studiato varie forme di scenografia: televisiva, teatrale e cinematografica, per poi soffermarti sulla scenografia del melodramma lavorando in teatro e lì è nata la passione per la cartapesta. Una tecnica che ha origini antiche e tradizioni molto radicate soprattutto in Italia, basti pensare ad esempio ai carri carnevaleschi. In cosa gli studi che hai fatto, hanno influito sul tuo modo di fare arte?

Gli studi accademici in scenografia mi hanno insegnato a percepire e utilizzare lo spazio in modo efficace, progettare ambientazioni che siano funzionali, esteticamente piacevoli e adatte alle esigenze specifiche di ogni produzione, che sia cinematografica, televisiva o teatrale. Ho avuto l’opportunità di sviluppare competenze tecniche nel disegno, nella modellazione, nella costruzione e nell’uso di materiali diversi. La scenografia richiede spesso la collaborazione con altri professionisti del settore, come registi, direttori della fotografia, costumisti e tecnici.

#2 answer

La carta è lo strumento da te prediletto per esprimerti e creare, cosa ti affascina di questo materiale e perché proprio questo?

La carta è un materiale estremamente versatile e affascinante per la creazione di sculture. Può essere piegata, tagliata, incollata, modellata e dipinta. Questo mi permette di esplorare un'ampia gamma di tecniche e stili. La carta è leggera, il che rende le sculture facili da trasportare e installare. Usare carta riciclata o riciclabile è una scelta sostenibile. Modellando e incollando strati di carta posso creare opere tridimensionali.

Le sculture in cartapesta nella scenografia di Antonella Paglialonga

#3 answer

Esistono diverse tecniche di lavorazione, che tipo di carta e materiale incollante usi? E con cosa colori?

Preferisco usare la carta velina, è leggera e riesce facilmente a prendere la forma che desidero grazie alla sua morbidezza. Uso diversi tipi di grammature, spazio dai 18 ai 50 gr/m2. La stendo per strati, è sottile e permette alla luce di passare attraverso, rendendola leggermente trasparente. La carta velina, nota per la sua leggerezza e traslucenza, lascia passare la luce, creando effetti visivi unici. Questo lo trovo particolarmente interessante per le mie opere che giocano con l'illuminazione e le ombre. La leggerezza della carta velina permette di creare sculture che sembrano quasi fluttuare nell'aria. Inoltre, è facile da trasportare e manipolare. È estremamente flessibile e può essere piegata, arricciata, strappata e modellata in forme complesse. La possibilità di sovrapporre più strati di carta velina mi permette di ottenere effetti di colore e texture unici. Gli strati possono essere utilizzati per creare sfumature e profondità. Questo tipo di carta assorbe bene inchiostri e colori, uso per lo più i colori acrilici. È facilmente reperibile e disponibile. Lo trovo un materiale estremamente delicato e questo mi consente di creare opere che trasmettono leggerezza e fragilità, caratteristiche difficili da ottenere con altri materiali. Utilizzo la carta per creare installazioni sospese che reagiscono alla luce naturale o artificiale. Realizzo la colla con farina e acqua, questa soluzione è ecologica, non contiene sostanze chimiche nocive e può essere facilmente smaltita senza impatto sull’ambiente offrendo una combinazione di efficacia e sostenibilità.

#4 answer

Sono molto incuriosita dal processo creativo, dall’idea alla realizzazione, raccontaci come dal semplice foglio prende forma e vita una tua opera in cartapesta.

La creazione di una scenografia è un processo che coinvolge diverse fasi di ispirazione, progettazione e realizzazione. Nella prima fase c’è un lavoro di ricerca e ideazione, decido il tema ed esamino le diverse tecniche di lavorazione. Definisco le dimensioni finali della scultura, creo disegni tecnici dettagliati con le misure e un modello in scala della scultura. Determino la quantità e il tipo di materiale necessario e valuto i supporti per garantire la stabilità della scenografia.

Le sculture in cartapesta nella scenografia di Antonella Paglialonga

#5 answer

Hai lavorato come scenografa con diversi artisti della scena musicale italiana, tra cui Betrice Antolini, Giusy Ferreri e i Tre Allegri Ragazzi Morti, com’è stato portare in scena le tue opere e farle coesistere e dialogare in modo armonioso con la musica di questi artisti?

Collaborare con musicisti che stimo è stato molto stimolante creativamente. La scenografia svolge un ruolo fondamentale nel definire l'atmosfera e il contesto visivo durante le esibizioni dei gruppi musicali. Il dialogo tra la scenografia e il musicista può manifestarsi in diversi modi. Le scenografie possono riflettere il tema o il concetto dell'album o del tour del gruppo. Se una band sta promuovendo un album con un tema specifico, la scenografia può incorporare elementi visivi che rispecchiano questi temi, creando un'esperienza immersiva per il pubblico. Le luci, i colori e i materiali utilizzati nella scenografia possono amplificare le emozioni della musica. Le bobine cinematografiche, le pellicole e altri elementi di scena ispirati al cinema realizzati per il tour di Giusy Ferreri si ispiravano proprio al suo album Cortometraggi.

#6 answer

Omini e musicanti di un’orchestra, organi del corpo umano, piccoli e grandi oggetti fanno parte della tua produzione, quali sono il tema e il filo conduttore, se ci sono,  che sottendono alla tua produzione artistica?

Mi piace spaziare in campo artistico senza necessariamente seguire un filo conduttore definito. Questo mi rende libera da vincoli di dover seguire un tema, permettendomi di esplorare le mie emozioni e idee in modi diversi.

Le sculture in cartapesta nella scenografia di Antonella Paglialonga

#7 answer

Nel 2022 è nato Ozio Art Space, parlami di questo luogo, cosa è per te e cosa vuoi che sia per le persone che lo vivono?

Ozio è il mio spazio creativo, studio e laboratorio. Ho scelto questo nome, dal latino ozium, proprio perché rappresenta il tempo libero dedicato al riposo, alla distensione e alla quiete. Questo mi permette di staccare temporaneamente dalle occupazioni quotidiane e di agevolare la mia espressione artistica. Può essere vissuto come luogo di condivisione e di scambio di idee.

#8 answer

Siamo giunti quasi al termine dell’intervista, in redazione siamo tutti appassionati di musica ed è uno dei linguaggi artistici che privilegiamo, so che anche tu sei amante di questa forma d’arte, quindi ti chiedo: tre tracce a cui sei particolarmente affezionata. Grazie.

Grazie per questa domanda, è sempre un piacere parlare di musica, una delle mie più grandi passioni. Le tracce a cui sono particolarmente affezionata sono: Electricity degli Orchestral Manoeuvres in the Dark, Dymo  dei Verdena e Roman Holiday dei Fontaines D.C.

Gallery

0