Orea Malià: crocevia di arte, cultura e creatività
Orea Malià: crocevia di arte, cultura e creatività

Orea Malià: crocevia di arte, cultura e creatività

Orea Malià è un salone di bellezza, ma non solo questo. E’ un luogo dove si intrecciano storie, visioni e sperimentazioni. Nato per ridefinire il concetto stesso di estetica e stile, questo spazio iconico è diventato negli anni un punto di riferimento imprescindibile per chi cerca innovazione e contaminazioni artistiche e culturali. Con sedi sia a Bologna che a Milano, Orea Malià ha saputo affermarsi come un vero e proprio spazio d’ispirazione e incubatore artistico, grazie alla visione del suo fondatore,  Marco Zanardi.

Bologna: la culla di un sogno creativo

La storia di Orea Malià si intreccia profondamente con la città di Bologna, una città che da sempre si distingue per la sua anima culturale e il suo spirito avanguardista. Se Bologna è il cuore pulsante di una scena creativa che spazia dall’arte alla musica, Orea Malià ne è stato uno dei protagonisti principali. La sua nascita in questa città non è casuale: Bologna, con la sua vitalità e il suo fermento culturale, è stato il contesto ideale per un progetto che è stato ed è molto più di un luogo dove ci si prende cura dei capelli.

Il salone di Bologna è stato concepito come uno spazio che va oltre il tradizionale concetto di salone di bellezza. L’arredamento e il design, curati nei minimi dettagli, riflettono l’intenzione di creare un luogo accogliente e ispirazionale. Marco Zanardi ha collaborato con architetti e designer per dare vita a un ambiente che fosse allo stesso tempo funzionale e artistico, con una forte attenzione all’uso della luce, dei colori e dei materiali. Inoltre, nel corso degli anni, il salone si è distinto per l'uso di grafiche e visual di grande impatto, frutto di collaborazioni con artisti e grafici di talento che hanno contribuito a rendere unica l’identità visiva di Orea Malià.

Orea Malià: crocevia di arte, cultura e creatività

Milano: la consacrazione internazionale

La sede di Milano rappresenta il naturale passo successivo per un progetto che ha fatto della coolness e della creatività la sua cifra stilistica. Nel cuore di una delle città più dinamiche e cosmopolite d'Europa, Orea Malià ha saputo conquistare un pubblico sofisticato e internazionale. Milano, con il suo legame indissolubile con la moda e il design, ha offerto a Marco Zanardi e al suo team l’opportunità di portare il loro approccio visionario a un livello ancora più alto.

Anche nello spazio milanese ogni elemento è pensato per comunicare una visione innovativa e audace, con un mix di elementi industriali e tocchi artistici che creano un’atmosfera unica. Le grafiche, i materiali scelti e gli allestimenti temporanei fanno parte di un linguaggio visivo che evolve costantemente, riflettendo la natura sperimentale di Orea Malià.

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Marco Zanardi: il visionario dietro Orea Malià

Al centro di tutto questo c'è Marco Zanardi, una figura carismatica e poliedrica che ha saputo trasformare una semplice idea in un fenomeno culturale. Con una visione che va ben oltre i confini del suo settore, Marco ha creato un luogo dove la bellezza si declina in tutte le sue forme, unendo estetica, cultura e innovazione.

La sua capacità di anticipare le tendenze e di costruire connessioni lo ha reso una figura iconica non solo nel mondo dell’hair styling, ma anche in quello della cultura e dell’arte, a livello locale e nazionale. Oltre a guidare il team creativo, ha sempre dato grande importanza alla collaborazione con artisti e designer, contribuendo a definire l’identità visiva di Orea Malià attraverso progetti grafici e artistici che hanno lasciato il segno.

Orea Malià: crocevia di arte, cultura e creatività

#1 answer 
Ciao Marco, come è nata l’idea di Orea Malià e qual è stato il percorso che ti ha portato a trasformarlo in un fenomeno culturale?

Come tutte le cose migliori Orea Malia’ e’ nato dal desiderio di tre esseri umani che si vogliono molto bene: Romano Montanari, Alba Sarzola e me, che mi sono trasferito da Milano scegliendo Bologna per iniziare questa avventura. Ripensando al mio percorso credo sia stata l’idea del secolo, un cammino che percorro ormai da più di 40  anni e che è il frutto di tanta ricerca verso il nuovo e l'inconsueto.
La missione che mi impongo da sempre e quella di scrivere pagine nuove della mia vita, per questo ogni mio taglio di capelli e anche dei miei soci e collaboratori, ogni   trucco, colore , ma anche ogni evento ed ogni scelta che facciamo, cerchiamo di trasformarla in una storia unica  ed irripetibile. Un racconto nuovo, infatti ogni volta è davvero diversa e la risposta arriva dalle migliaia di persone che visitano i nostri negozi, le nostre "caverne creative" e cosi diventano un fenomeno culturale. L'ultima  di queste avventure è U INVERSE, all'interno dello spazio di Bologna. Saranno esposte le opere di di due artiste internazionali: Chizu Kobayshi e Julia von Stietencron, in occasione di Arte Fiera e Art City. Il vernissage sarà sabato 8 febbraio dalle ore 20: alle ore 24:00.

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#2 answer 
Quali sono le principali differenze tra le sedi di Bologna e Milano e quale ruolo hanno avuto queste città nel definire l’identità di Orea Malià?

Ogni spazio Orea Malia’ è concepito  tenendo conto del bagaglio culturale del gruppo e della sua storia. I nostri spazi riflettono le nostre menti visionarie, tre luoghi che raccontano il futuro nel quotidiano, con un design innovativo. Tre luoghi, tre atmosfere differenti.

#3 answer 
Come è stato concepito lo spazio architettonico di Orea Malià e da chi è stato progettato?

Orea Malia’ in via Marghera a Milano è un loft di 700 mq, ricavato da un antico deposito di lapidi cimiteriali, un luogo incredibile denso di creativita’. Orea Malià via Panfilo Castaldi in Porta Venezia al confine di Brera,  la zona degli Artisti, è invece un interno di quel che un tempo erano le case di ringhiera ,regalando allo spazio stesso un'iconsueta vista sulla strada più passeggiata di Milano, infine lo spazio di Bologna 200 mq in via Ugo bassi 15 nella via che vede le due Torri della citta’, è modernismo puro del periodo del Post Moderno e disegnato nel 1978. Ancora oggi è oggetto di grande curiosità da parte di designer, musicisti, intellettuali ed artisti vari. Tutti e tre gli spazi sono stati concepiti dalle menti di chi li dirige.

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#4 answer 
Le grafiche e i visual di Orea Malià sono sempre stati distintivi. Qual è il ruolo della comunicazione visiva nel tuo progetto?

Tutto quanto si riferisce alla nostra comunicazione ed è sempre stata concepita all’insegna della libertà. Grafiche, tshirt, gadget e adesivi hanno sempre comunicato messaggi di speranza come quelli contro l’inquinamento o nel prendere il coraggio di dire anche no! Abbiamo sempre avuto il coraggio di cavalcare percorsi anche scomodi, come la lotta contro l'uccisione degli animali da pelliccia. Avevamo capito già alla finire degli anni 70 che bastava creare una bella immagine, realizzare un adesivo, cosi i giovani lo attaccavano sugli scooter, facendoci pubblicita’ gratuitamente. 

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#5 answer
Orea Malià è da sempre un punto di incontro per artisti e creativi. So che sono passati dal tuo negozio artisti come Keith Haring e Jean-Michel Basquiat, solo per citarne qualcuno. Raccontaci un aneddoto che ricordi e ancora ti emoziona.

Era mia cliente Francesca Alinovi, la prima Italiana che con azzardo frequentava il Bronx a New York, quando era sconsigliato, ci andava per cercare nuove talenti da portare in Italia, fu li che scopri un giovanissimo e sconosciuto  Keith Haring e grazie a Francesca arrivò a Bologna nel 1984 per partecipare alla mostra Arte di Frontiera New York Graffiti. L’Alinovi lo porto nel luogo che a Bologna era il più innovativo Orea Malia’, il luogo dove non solo si facevano i capelli ma dove si poteva ascoltare musica , vedere artisti all’opera mentre dipingevano le pareti, vedere film prima che arrivassero nelle sale, i primi video musicali e leggere giornali internazionali. Keith si innamorò del mio spazio e per una settimana lo frequentò, con lui ogni giorno veniva Jean-Michel Basquiat e vari giovani ballerini di break dance. In quegli anni da Orea se ne sentiva parecchia di quella musica... una settimana da ricordare!

#6 answer 
Come sei riuscito a coniugare l'identità di un salone di bellezza con quella di un luogo dedicato alla creatività artistica e al valore legato ad essa?

Sono  riuscito nell’intento di comunicare bellezza attraverso ogni forma d’arte, perché io sono innamorato dell’arte in tutta la sua essenza, tutta l’arte: la  musica, l’architettura, il design, e le mie mani che danzano fra i capelli fin dentro al cuore delle persone che mi scelgono. Per me non è difficile fare l’amore mescolando il mio mestiere con le mie passioni, per me è naturale.

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#7 answer 
Siamo giunti quasi al termine dell’intervista, in redazione siamo tutti appassionati di musica ed è uno dei linguaggi artistici che privilegiamo, ti va di dirci tre tracce a cui sei particolarmente legato. Grazie.

Premetto che amo ogni genere musicale, io nasco prima di tutto come musicista (qui ci sarebbe da aprire un capito lunghissimo), poi come DJ, uno dei primi in Italia subito dopo le orchestre. Pensate che io oltre a vendere i dischi di giorno nel più importante negozio di musica di Milano casera, mettevo i dischi in tre discoteche note di Milano: il Nephenta ,Il Set Club e il Rayto de Oro locale di Streep Tease.

Potete immaginare quanto anche io ami la musica, comunque le tracce che cito qui sono: Alva Noto di HYbr:ID Rehuman, Karin Nakagawa, Hans Tutzer & Paolino Dalla Porta (mio chitarrista negli anni 70), consiglio tutto l’album Tamayura, Celeste - This Is Who I Am (From "The Day of the Jackal") e Tu Si Na Cosa Grande (Simioli & Lisio Afro Mix).

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