La Zolla: paradigma architettonico nelle periferie commerciali
La Zolla: paradigma architettonico nelle periferie commerciali

La Zolla: paradigma architettonico nelle periferie commerciali

In un panorama urbano caotico, La Zolla come un manifesto per un'architettura che cerca di ridurre il rumore visivo e di armonizzarsi con il contesto naturale.

Purezza formale nel caos urbano

Il nuovo edificio commerciale denominato La Zolla, recentemente completato dallo studio michielizanatta.net, rappresenta un'affermazione audace della necessità di una riduzione formale degli edifici nelle zone periurbane sovrabbondanti di segni e confusione visiva.

Situato lungo la Strada Statale 13 Pontebbana, che collega Treviso a Pontebba (UD), La Zolla emerge, in un contesto disordinato e caotico, caratterizzato da una moltitudine di edifici commerciali di scarso pregio. In questo panorama di competizione visiva, l'intervento di Michieli e Zanatta si distingue per la sua dichiarazione di semplicità e purezza formale tra vari progetti di architettura.

La Zolla: paradigma architettonico nelle periferie commerciali

Un progetto ambizioso

Il progetto è stato inizialmente commissionato da un'azienda torinese come investimento, poi completato dalla ditta Marwincar srl. Con questo nuovo intervento, l'azienda raddoppia la propria presenza a Udine, consolidando una storia di successi nel pordenonese.

Inserito tra due edifici commerciali, La Zolla si estende su una pianta rettangolare di circa 40 metri di lunghezza e 19 di profondità, articolato su un solo piano fuori terra per una superficie complessiva di circa 740 metri quadrati. Al suo interno, ospita uffici commerciali, uno showroom, uno spazio per la manutenzione dei veicoli e spazi tecnici per il personale.

La Zolla: paradigma architettonico nelle periferie commerciali

Un'architettura di essenzialità

L'idea progettuale di Michieli e Zanatta è quella di creare un oggetto architettonico che rappresenti il grado zero dell'articolazione formale. Questa scelta si contrappone nettamente alla sovrabbondanza di segni e informazioni visive del contesto circostante. La scommessa è quella di ottenere riconoscibilità attraverso l'assenza di clamore.

Il gesto compositivo è elementare e ancestrale: uno scavo che estrae dal suolo una zolla di terreno, idealmente sospesa da terra, sotto la quale si sviluppa l'attività commerciale. Nessuna scritta, nessuna luce, nessun ornamento, solo un volume nella sua pura matericità.

La Zolla: paradigma architettonico nelle periferie commerciali

Materiali e soluzioni tecniche

La Zolla è realizzata in calcestruzzo, caratterizzato da una lavorazione con matrici verticali che imitano la rugosità del terreno, accentuando il senso di estrazione dal suolo. Il cemento è poi tinteggiato con una velatura che conferisce un ulteriore effetto materico e di imperfezione. Questo massiccio volume si solleva dal suolo grazie a una facciata continua in vetro che, tagliandolo in modo irregolare, libera il volume e lo sospende. La copertura rivestita in erba sintetica rafforza l'idea della zolla.

Internamente, gli uffici commerciali si affacciano sullo spazio espositivo per le auto. L'intero ambiente è lasciato volutamente “crudo”, con pavimenti in calcestruzzo lisciato e soffitti dipinti in terra di Siena bruciata. Un'ampia finestra crea una relazione visiva con il canale retrostante, cercando un rapporto con una natura che, pur antropizzata, addolcisce il contesto compromesso dall'uomo.

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Un esperimento di nuovo sguardo

Il progetto di La Zolla è stato concepito come un esperimento per guardare il territorio in modo meno aggressivo e prepotente. Michieli e Zanatta riconoscono i limiti e le incoerenze del loro lavoro, vedendolo come un promemoria per ulteriori sviluppi. Il loro obiettivo rimane quello di realizzare una zolla autentica, utilizzando tecnologie volte a una sostenibilità visiva, tecnologica e ambientale.

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