MARIA. Una casa dall’identità fluida, progettata senza pregiudizi
MARIA. Una casa dall’identità fluida, progettata senza pregiudizi

MARIA. Una casa dall’identità fluida, progettata senza pregiudizi

Un progetto di ristrutturazione che è una riflessione lucida e profonda sulla standardizzazione, non solo degli spazi, ma anche e soprattutto degli utilizzatori di questi. MARIA è uno spazio che cerca un’alternativa alla “memojizzazione”

Limitazioni al modo di abitare

Come ci si può chiedere, nel momento in cui affidiamo ad un avatar virtuale l’espressione delle nostre emozioni, se siamo noi ad esprimerci attraverso di esso o se piuttosto è l’avatar che, ad un certo punto, dà dei limiti alla nostra espressione, allo stesso modo ce lo si può domandare nell’ambito della progettazione degli spazi per abitare. Lo studio svizzero-portoghese BUREAU si interroga sul tipo di famiglia a cui fa riferimento il progettista nel momento in cui disegna un soggiorno, una camera da letto, e così via

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Giusti o sbagliati? Avatar

Gli architetti di BUREAU osservano che in un progetto abitativo generico, dove ancora non è possibile conoscere il futuro abitante, la famiglia a cui ci si riferisce è tendenzialmente composta da una coppia eterosessuale con uno o più bambini. Gli spazi sono disegnati di conseguenza, seguendo un grado di intimità che va dal più "pubblico", come la sala da pranzo, al il più privato, come il bagno nella camera dei genitori. Le abitudini culturali dettano le convenzioni secondo le quali si suppone che una famiglia debba essere e come debba occupare gli spazi della casa. La quasi totalità degli appartamenti esistenti appartengono a questo modello difficile da mettere in discussione, un avatar di casa che condiziona sicuramente il modo di abitare e, forse anche, di concepire se stessi

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La famiglia contemporanea

Non sapremo mai chi comanda, se l’abitante o l’abitato progettato per un certo tipo di famiglia, ma è chiaro che le convenzioni progettuali non considerano la diversità. Gli architetti di BUREAU si interrogano su quali siano i valori sottintesi e imposti alle tipologie abitative, si chiedono se esiste uno spazio pensato per la specie dei “compagni”, se una casa per una persona singola deve rispondere alla stessa organizzazione spaziale di una per una famiglia di quattro persone, se le esigenze di una famiglia contemporanea sono le stesse del passato

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Una risposta è MARIA

E rispondono con il progetto di ristrutturazione che dà luogo a MARIA: uno spazio fisico che attende di essere abitato nel modo più vario e ricco possibile, senza pregiudizi. Un luogo dall’identità sessuale indefinita dove l’abitante può potenzialmente dormire sempre sul divano, convivere con un cane, cucinare sul balcone, mangiare sul pavimento, leggere in bagno, stare in piedi sul bancone della cucina e decidere che non ha bisogno di catalogare il suo multiplo, ricco e vario spazio abitativo con gesti quotidiani e standard di utilizzo che creerebbero solo un avatar innaturale e rigido di casa

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