La riedificazione del complesso parrocchiale di Botta di Sedrina risale agli inizi del ‘900. Nel maggio del 1933, su progetto dell’ing. Gianfranco Mazzoleni, si inizia la costruzione del nuovo complesso parrocchiale situato in luogo centrale, poco a sud del nucleo più antico, disposto in posizione panoramica sulla vallata
Chiesa di San'Antonio Abate nel bergamasco. Restauro interno e nuova pavimentazione
Il progetto realizzato da CN10 architetti in provincia di Bergamo costituisce una rilettura generale dell'edificio rimasto incompiuto, e riguarda soprattutto il completamento delle facciate laterali, del sagrato e il rifacimento della pavimentazione
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La nuova chiesa, di forme semplici e austere, è costituita da un’unica grande navata con due cappelle e presbiterio, l’esterno è caratterizzato da un monumentale nartece a tre fornici che rappresenta il tema di facciata. Per ragioni di varia natura l’edificio non venne completato
L’inevitabile rimozione del pavimento, necessaria per la realizzazione del vespaio e dell’impianto di riscaldamento, ha imposto una scelta precisa sui materiali e sul disegno del nuovo. Scelte che sono state operate dopo un’attenta analisi dei materiali, delle finiture e dei colori già esistenti
Nello spazio del presbiterio gli arredi liturgici, le panche e il semicerchio del coro appartenente all’antica chiesa barocca danno luogo ad un’articolata combinazione di marmi, legni e graniti: granito rosso, botticino, giallo roano, occhialino, grigio di Albino, legno di noce cerato
Nella navata il basamento perimetrale in arabescato orobico grigio-rosa si lega ai gradini degli altari in marmo. Tutte le finiture sono lucide e riflettenti. L’immagine d’insieme e il carattere generati da questi materiali e finiture erano da conservare e legare. In questo senso i materiali locali appartenenti alla tradizione si combinano in un disegno. La nuova pavimentazione, realizzata con lastre di Zandobbio e inserti di marmo Arabescato Orobico, risponde pienamente alle aspettative, valorizzando l’insieme delle preesistenze in un impasto di toni e colori più chiari e leggeri contraddistinti dall’inversione cromatica e dimensionale tra navata e presbiterio
Il disegno e la composizione delle lastre rappresenta una variazione compositiva che concettualmente deriva dalle misure e dai ritmi presenti nella chiesa stessa. In particolare si è compiuto un lavoro di reinterpretazione sulla partizione della facciata originaria di progetto e sul disegno delle finestre, due aspetti che connotano fortemente l’identità del manufatto
Altra riflessione svolta riguarda l’asse longitudinale che attraversa l’intera navata e collega lo spazio d’ingresso al presbiterio. Il progetto riconosce l’importanza di quest’asse risolvendo l’accentuazione con un effetto in dissolvenza. La presenza dei listelli in Arabescato Orobico diminuisce verso il centro della navata, mentre la maggiore intensità laterale garantisce un più coerente e armonioso legame con il basamento esistente del medesimo materiale