Vetri e rampe sono le chiavi progettuali che lo studio Danese Big utilizza per enfatizzare questa Architettua, il Museo marittimo di Helsingor, che per la depressione del terreno si trova incastonato in un contesto unico
Museo Marittimo in Danimarca. Tra darsena e banchina: l'Architettura scultorea é scavata nel declivio
Utilizzando un contesto unico, lo Studio Danese Big, progetta il Museo marittimo di Helsingor, incastonandolo nella darsena alle spalle del molo e enfatizzando la depressione del terreno con vetri e rampe
- #Europa>
- #Danimarca>
- #Museo>
- #Nuova costruzione>
- #Vetro>
- #Architectures>
- #Architettura>
Il Museo Marittimo Danese si trova in un contesto storico e spaziale unico per la città, tra uno degli edifici più importanti e famosi della Danimarca, il Castello di Kronborg e il Cantiere della Cultura, un nuovo e ambizioso centro culturale. Il progetto deve pertanto rispecchiare il concetto di connessione tra i due edifci e questo lo fà utilizzando il dislivello del terreno
Lo studio propose fin dall’inizio di collocare il museo sotterraneo, ribassato rispetto al filo strada, appena fuori dal muro del molo, per preservare la banchina come uno spazio esterno, aperto e fruibile, preservando la potente struttura del Museo al centro
Posizionando il museo in questo modo, appare come parte dell'ambiente culturale associato al castello di Kronborg e al vicino Cantiere culturale, una connessione spaziale e concettuale. Allo stesso tempo si manifesta come un'istituzione indipendente, data la forma del progetto, geometrico e monumentale, che grazie anche all’utilizzo di materiali contemporanee come il vetro e l’acciaio, ben si stacca dagli altri due edifici
La darsena crea uno spazio museale come una planimetria coesiva che discretamente diventa sempre più bassa per tutta la lunghezza del museo. Semplici rampe e ponti di accessibilità sono aggiunti, tagliando la banchina in modo strutturale e scultoreo. All’interno gli spazi continuano a riflettere questo concetto, attraverso l’utilizzo della linearità, tra controsoffitti e corridoi in legno, che solo si perde nelle sale espositive
Lo spazio esterno del molo sembra continuare nell’interno come una passeggiata vetrata, quasi a perdere il riferimento tra quello che succede fuori e dentro