Firenze Manifattura Tabacchi
Firenze Manifattura Tabacchi

Gusto genuino e Design ricercato, il binomio che contraddistingue Berberè

Oggi, a definire l’esperienza culinaria concorrono differenti fattori, tra questi sicuramente anche l'ambiente, quasi quanto la proposta in menù. Berberè rappresenta un esempio emblematico delle moderne tendenze gastronomiche, che valorizzano ogni aspetto della proposta al cliente.

Le pizzerie Berberè combinano eccellenza culinaria e design accattivante. Progettate con cura e nel rispetto della storia di ogni spazio, accolgono e coinvolgono il cliente in un’esperienza sensoriale che coinvolge non solo il gusto. Ogni locale si distingue per l’estetica e gli allestimenti unici, ma uniti da elementi comuni: ambienti colorati, cucina a vista, wall painting distintivi e dettagli pop che trasmettono la filosofia del brand.

Castel Maggiore

Berberè nasce nel 2010 dall’idea di due giovani imprenditori, i fratelli Matteo e Salvatore Aloe. La prima pizzeria è stata aperta a Castel Maggiore, ad oggi le pizzerie sparse in tutta Italia sono 18, e 2 oltre i confini nazionali, a Londra. È al 5° posto nella classifica del 2023 per le migliori catene di pizzerie artigianali nel mondo stilata da 50 Top Pizza. Ha recentemente ricevuto la conferma del prestigioso riconoscimento: 3 Spicchi Award assegnato da Gambero Rosso al locale di Castel Maggiore, all’interno della Guida Pizzerie 2024.

L'essenza di Berberè risiede nella sua dedizione all'artigianalità. Il nome, che evoca un mix di spezie originarie del Corno d'Africa, simboleggia l'unicità e la fusione di diverse competenze nella creazione delle sue pizze.

Castel Maggiore

Ho chiesto a Matteo e Salvatore di raccontarci come nascono i locali Berberè e quali siano le idee che sottendono al gusto estetico e alla progettazione architettonica.

#1 answers

Ciao Salvatore, ciao Matteo, da grande frequentatrice dei vostri locali a Bologna, confermo tutto quello che voi stessi dite: “Pizze buonissime in posti bellissimi”. L'estetica distintiva di Berberè trasmette chiaramente una forte visione concettuale. Quali sono state le principali influenze e il mood stilistico che avete deciso di incorporare nel design delle vostre pizzerie?

Intanto grazie mille per essere frequentatrice di Berberè, anche a nome dello staff, le persone gentili che si prendono cura della nostra clientela.

Sin dal 2010, anno in cui abbiamo aperto la nostra prima pizzeria, abbiamo cercato di introdurre l’ingrediente contemporaneo anche nel design, non solo nel prodotto pizza. D’altra parte, in una pizzeria si va per trascorrere del tempo, quindi l’esperienza è resa da tante cose, non solo dal cibo ma anche dal servizio, dalla musica, dal comfort e, appunto, anche dal design. Abbiamo studiato a Bologna, quindi probabilmente la maggiore influenza è stata data dalla street art e dai colori della città.  Inoltre, ci piace viaggiare molto e osservare cosa succede all’estero, quindi ci sono influenze internazionali, soprattutto pensiamo a Londra e New York.

Uno degli elementi stilistici essenziali è proprio il wall painting, sempre diverso per ogni locale, che non è direttamente legato al marchio, ma che è espressione di artigianalità, arte e creatività. Non si tratta di opere replicate, ma sempre site specific.

#2 answers

Berberè è presente in diverse città italiane, anche a Londra, considerando che ciascuna location per le vostre pizzerie ha un carattere unico e distintivo, come scegliete gli spazi architettonici, cioè quali criteri specifici guidano la selezione degli spazi? 

Ci sono alcune caratteristiche minime commerciali, di traffico, di popolazione residente, di costi, etc. Cerchiamo sempre luoghi dal carattere innato, magari inespresso, luoghi che hanno una storia: dall’ex fabbrica FIAT di Torino Binaria, all’ex circolo Sociale Sassetti di Milano Isola o una via del cuore universitario di Bologna come può essere via Petroni.

Per  esempio, nel locale di Milano Isola, abbiamo mantenuto i pavimenti a mosaico originali. Ci piacciono elementi che raccontano la storia dei posti: da un carroponte dell’ex fabbrica, ai mattoni a vista e gli archi degli ex magazzini Milano Navigli.

Castel Maggiore

L'ultima arrivata in casa Berberè è la pizzeria in Manifattura Tabacchi a Firenze e Giambattista Ghersi di Avamposti, lo studio di architettura che ha curato il progetto, ci ha ha parlato del loro lavoro per questo spazio.

#3 answers

L’ultimo progetto che avete seguito per Berberè è il locale di recente apertura in Manifattura Tabacchi a Firenze, celebre ex fabbrica di sigari attiva per oltre settant’anni e dismessa a partire dal 2001. Un luogo storico e ora al centro di un'importante iniziativa di rigenerazione urbana. Come avete integrato le esigenze del design di Berberè con il rispetto e la valorizzazione dell'identità architettonica del sito?

Il progetto del locale di Berberè all'interno della riqualificazione urbana di Manifattura Tabacchi, fonde la conservazione dell'originale impianto strutturale di Pier Luigi Nervi e un omaggio alla Firenze rinascimentale. Elementi strutturali e decorativi rimandano alla Chiesa di San Lorenzo, come le colonne di cemento che evocano capitelli rinascimentali e il neon a forma di pizza che richiama un rosone. Particolare attenzione è stata data alla visibilità della struttura di Nervi, con l'aggiunta di una parete divisoria tra sala e cucina. Gli interni sono progettati per enfatizzare la convivialità, con un'illuminazione studiata e dettagli architettonici che ampliano visivamente lo spazio. Il locale include una cucina a vista centrale, circondata da un bar in legno ciliegio e marmo Carrara, integrando perfettamente il contesto industriale con un tocco di eleganza rinascimentale.

Un cenno speciale va all’illuminazione, Berberè Manifattura Tabacchi ha infatti ispirato l'immaginazione di 9 corpi illuminanti, disegnati per l'occasione da Avamposti Architettura e realizzati nella veste di speciale del marchio Viabizzuno®. Il processo creativo di questo oggetto d'arredo site-specific parte da forme già viste nelle strutture dell'ingegner Nervi, in un dialogo progettuale immaginario, che valorizza ulteriormente la grande quantità di luce che inonda la sala con preziosi giochi di rifrazione luminosa.

Castel Maggiore

Non mancano in ogni locale Berberè i disegni e le pitture delle artiste visive TO/LET che caratterizzano e animano i muri. Sonia ed Elisa raccontano la collaborazione con Berberè.

#4 answers

Ciao Sonia, ciao Elisa, le vostre opere le definite site specific e avete dichiarato di collaborare con realtà che supportate: centri sociali, festival, e committenze private solo se il progetto rispetta le vostre convinzioni. Come è nata la collaborazione, ormai di lunga data, con Berberè? E perché tra i vari mezzi espressivi da voi utilizzati, per questo progetto avete scelto grandi pitture su muro?

La collaborazione fra noi e Berberè è nata nel 2010, quando dipingemmo il primo locale a Castel Maggiore. Per noi fu la prima commissione privata per un locale commerciale, dopo aver terminato l’Accademia di Belle Arti e aver seguito un percorso artistico che ci portava fra festival indipendenti e non, centri sociali e gallerie d’arte.

Chi ci ha portato a conoscere Salvatore e Matteo, sono state le Comunicattive, agenzia di comunicazione che tutt’ora segue i progetti di Berberè. Quando Samantha Cavicchi, ci presentò per la prima volta Salvatore e Matteo, abbiamo sin da subito percepito fossero delle bellissime persone, requisito fondamentale per decidere se lavorare su committenza. Abbiamo stimato il loro coraggio e la loro determinazione nel buttarsi in quella nuova e importante avventura.

Sin dal primo Berberè a Castel Maggiore, avendo sempre avuto la massima libertà di espressione, abbiamo scelto come media espressivo il disegno e la pittura, perché pensiamo siano questi il mezzo che più ci rappresenta e ci lascia maggiore libertà di intervento all’interno dei locali. Nel tempo, stimolate ogni volta ad alzare l’asticella, sia da Samantha, sia da Salvatore e Matteo, non ci siamo limitate a dipingere solo su muri definiti, ma abbiamo realizzato stanze a 360 gradi, i nostri disegni si sono arrampicati sui soffitti, sono scesi sugli specchi e saliti sui muri, sulle scale, in un mood site specific, che pensiamo ci contraddistingua.

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