TO/LET: creatività e arte site-specific che trasforma lo spazio urbano
TO/LET: creatività e arte site-specific che trasforma lo spazio urbano

TO/LET: creatività e arte site-specific che trasforma lo spazio urbano

La loro arte invade superfici e spazi, si esprimono attraverso pittura, disegni, installazioni, sculture e progetti di public art, parliamo di Sonia Piedad Marinangeli ed Elisa Placucci in arte TO/LET, un duo di artiste visive nato nel 2005. Le loro opere spesso esplorano temi di genere, identità e spazio urbano.

TO/LET negli anni hanno partecipato a vari festival indipendenti, in Italia e in Europa e a diverse mostre personali e collettive, fra le più importanti La giovane Italia, Officina Italia 2 e Premio Michetti curate da Renato Barilli. Spesso si rapportano allo spazio architettonico in modo fisico e sensoriale, sentendosi libere di espandersi andando oltre i contorni e i limiti.

Il critico d’arte Renato Barilli ne parlava così: “Le affinità si possono trovare con tutti gli artisti che, come loro, ignorano limiti, recinti, contorni e si sentono liberi di espandersi a macchia d’olio, di dilagare. Si può fare riferimento al grande sudafricano William Kentridge, soprattutto quando ha istoriato i muri del Tevere con le sue misteriose icone, sospese in un brillante gioco tra il positivo e il negativo. Oppure si può invocare Keith Haring, che proprio come Sonia ed Elisa non conosce confini al suo lavoro, lo dilata, lo allunga, avendo cura nello stesso tempo che i vari elementi si concatenino tra loro, si mettano, per così dire, in cordata, il che è anche un carattere che le nostre due si preoccupano sempre di assicurare”.

Nel 2011 hanno fondato eLaSTiCo, associazione culturale e collettivo di artiste che operano tra arte visiva e produzione musicale e dal 2013 sono fra le fondatrici, curatrici e organizzatrici di CHEAP Street Poster Art, progetto di arte pubblica.

Conosciamole meglio attraverso questa intervista.

TO/LET: creatività e arte site-specific che trasforma lo spazio urbano

#1 anwer

Ciao Elisa, ciao Sonia, vi siete incontrate in accademia dove una, Elisa faceva Scenografia e l’altra, Sonia Pittura, come siete diventate un duo artistico?

Ciao Maria Rosa, piacere risentirti e grazie per l’intervista <3

Ci siamo conosciute nei corridoi dell’Accademia delle Belle Arti di Bologna, fra giri di amiche comuni, durante i giorni caldi delle occupazioni.  Siamo poi diventate coinquiline, un po’ per caso. Frequentando lo stesso anno di Accademia e abitando nella stessa casa, abbiamo iniziato a dare gli stessi esami complementari ai corsi principali che seguivamo, così abbiamo iniziato a lavorare insieme. Era il 2005, periodo di tesi.  Il BAGNO è diventato il protagonista della tesi di Sonia: una ricerca a 360 gradi su tutte le sue forme, culturali, sociali, antropologiche.

Questo è stato il primo grande progetto a cui abbiamo lavorato a quattro mani. Abbiamo realizzato una serie di illustrazioni che animavano le varie posizioni che si assumono in bagno, per poi stamparle su t-shirt.

In seguito abbiamo costruito CLOSED, una scultura: un bagno tridimensionale in scala 1:1 fatto in rete metallica, chiuso in un cubo di tela bianco retroilluminato, la trasparenza della rete faceva sembrare gli oggetti all’interno come una sorta di radiografia. Percorribile e fruibile dallo spettatore. Da quel periodo e da quel progetto in particolare è nato il nome TO/LET, che voleva giocare in modo ironico, creando confusione fra le parole TO/LET e TOILET, ma lo volevamo anche intendere come: DA LASCIARE.

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#2 anwer

In passato il bagno è stato un luogo molto presente nei vostri lavori e in esso, cito testualmente le vostre parole, vedete: un varco tra dimensione intima e non. Da qui TO/LET. Perché questo spazio è stato al centro della vostra attenzione e di alcuni interventi realizzati, tanto da esservi d’ispirazione per il vostro nome d’arte?

Il bagno è stato al centro della nostra ricerca perché è un luogo che ha sempre suscitato interesse in noi, rappresenta un ambiente particolare in cui si mescolano la sfera privata e quella pubblica, l'intimità e la condivisione. Abbiamo trovato molto affascinante questo varco tra due dimensioni opposte, spazio di transizione e di connessione tra diversi mondi che abbiamo voluto esplorare attraverso i nostri lavori, per sottolineare la complessità e la ricchezza di significati che per noi questo ambiente rappresenta. Nel periodo a cui fai riferimento, abbiamo sperimentato tante tecniche di stampa, dall’ incisione alla stampa serigrafica, dal collage e fino alla grafica, realizzando interventi di poster, carta stampata ritagliata e incollata. Abbiamo invaso bagni pubblici, dal nord a sud d’Italia ma anche all’estero, bagni di locali, muri, strade, legali ed illegali. Il poster era la traccia che lasciavamo, ma era una traccia effimera, che a sua volta col tempo ti lasciava.

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#3 anwer

Nel vostro lavoro c’è molta qualità e grande versatilità, utilizzate media e tecniche diverse: dal paste up (carta e colla su parete), a grandi pitture su muro, a installazioni percorribili. Talvolta create scenari composti da oggetti reiterati, sculture realizzate con una molteplicità di materiali che spaziano dalla ceramica alla stoffa serigrafata. Come vi rapportate allo spazio architettonico e cosa determina il tipo di intervento artistico che scegliete?

Nel nostro lavoro cerchiamo sempre di adattare le opere all'ambiente circostante, prendendo in considerazione lo spazio architettonico in cui ci troviamo. Ogni progetto artistico che scegliamo di realizzare è determinato da una serie di fattori, come la forma e le dimensioni dello spazio, la luce naturale presente, la funzionalità dell'area, i colori, il contesto storico e culturale in cui ci troviamo. Importantissima è la relazione con cui persone, animali o vegetazione che sia, vivono e occupano lo spazio prima di noi e con noi.
Prima di iniziare un intervento artistico, facciamo un’analisi delle sue caratteristiche, del suo vissuto che sempre ci parla, per individuare i Punti Caldi. In base a questo stimolo visivo ed emozionale, decidiamo come intervenire, cioè cosa dire e in seguito quale tecnica o media utilizzare.

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#4 anwer

La vostra opera spesso è dilagante, ignorando limiti e contorni e si espande su muri e superfici varie, si potrebbe parlare di Street Art o Arte Pubblica come si chiamava un tempo, ma so che a voi le definizioni non piacciono molto e parlate delle vostre opere come site specific. Quali sono i temi ricorrenti, se ci sono, della vostra ricerca artistica?

Siamo stimolate nel progettare opere che interagiscono con lo spazio circostante in modo significativo e che stimolino la riflessione e il dialogo con chi le osserva. Andando a mettere, a volte, anche in discussione le convenzioni e sfidare le norme stabilite​, usando un pizzico di ironia, leggerezza e gioco.

Abbiamo iniziato dentro ad un bagno, per uscire e invadere la sfera del pubblico, esprimendo le nostre visioni di corpi in contatto fra loro e con la natura, uniti nel loro coesistere e trasformarsi insieme​, corpi in costante trasformazione, ibrida fra umano, animale e vegetale sino ad una fusione simbiotica tra gli elementi.

I buchi neri non mancano quasi mai nei nostri disegni e dipinti murali. Estremità attraversabili, buchi di fuoriuscita e​ allo stesso tempo di entrata che sono per noi, quasi delle forme archetipe, che ci rendono capaci ​di fare salti continui tra le due e le tre dimensioni.

Altro tema ricorrente sono i fili intrecciati che creano continui legami fra le figure dei nostri disegni e gli spazi che abitiamo e moduliamo con le installazioni, spesso leggere e delicate. Oppure le pozze d'acqua che diventano gocce di liquidi di colori melmosi "in un travaso della durezza dei materiali”. (cit. Renato Barilli).

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#5 anwer

Ho letto che amate molto le lumache come figura, anche io molto, perché ci ricordano che la lentezza è un concetto di cui riappropriarsi, soprattutto oggi, ma anche la determinazione nel procedere. Il tempo e la volontà sono argomenti che suscitano una riflessione rispetto al vostro percorso artistico?

Sì, il concetto di lentezza e determinazione, sono sicuramente molto presenti nel nostro percorso artistico. Sin dai primi lavori, passavamo intere giornate a ritagliare carta in piccoli moduli da incollare poi sulle pareti che venivano invase senza limiti di spazio o confini.
Oppure ore e ore passate ad intrecciare e cucire rete, per creare le nostre sculture leggere. Come le lumache, cerchiamo di procedere con calma e attenzione nella nostra ricerca artistica, dando importanza al tempo necessario per sviluppare le nostre idee​, anche nella parte manuale del progetto, andando a perfezionare ​nel dettaglio le nostre opere. La determinazione è ciò che ci spinge a continuare a lavorare, ​d​ando spazio alla nostra ricerca artistica, intervallando il tempo, con gli altri progetti collettivi di cui facciamo parte. In definitiva, il tempo e la volontà sono argomenti fondamentali che ci aiutano ad alimentare la nostra creatività e a crescere come artist​e.

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#6 anwer

Nel 2019 avete ricevuto il premio BELLUNO/CORTINA come artista dell’anno, un  premio prestigioso che negli anni ha celebrato artisti significativi di diverse generazioni come Ontani, Mimmo Rotella e il duo Botto e Bruno. Cosa ha significato per voi questo riconoscimento assegnatovi dal critico d’arte Renato Barilli?

Ricevere questo premio è stato un grande onore e un enorme fonte di motivazione per noi. Essere riconosciut​e da un critico d’arte di grande calibro come Renato Barilli e​d essere inserite in una lista di artisti così significativi è stato davvero speciale.
L'incontro con Renato Barilli​ e la cura che ha avuto nei nostri confronti, è iniziata molto tempo prima, quando appena laureate, per la prima volta ci ha segnalate al  Premio DAMS dell’Università di Bologna.

Ancora prima del Premio Belluno/Cortina nel 2018 abbiamo ricevuto: il Premio Alinovi –Daolio, un riconoscimento italiano conferito a figure che si sono distinte nel campo dell’arte contemporanea basando la propria ricerca sulla interdisciplinarità e sulla contaminazione dei linguaggi espressivi. Per noi emozione pura! Non abbiamo altre parole se non ripetere, che siamo onorate e immensamente grate a Renato Barilli, per averci dato la possibilità di mostrare il nostro lavoro in mostre prestigiose, ma ancora di più, di aver creduto in noi e nel nostro lavoro.

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#7 anwer

Nel 2008 a Bologna fondate eLaSTiCo, spazio che promuove l'arte contemporanea in tutte le sue forme, con particolare attenzione alla contaminazione tra i linguaggi e alle autoproduzioni di giovani artisti. Come si è evoluto nel corso degli anni questo progetto e cosa è oggi eLaSTiCO per la città?

eLaSTiCo è un progetto artistico che si è evoluto attraverso diverse sedi e forme. Inizialmente nato come Art-shop e piccola galleria d’arte, si è spostato in vari luoghi, promuovendo artisti emergenti e autoproduzioni musicali. Dopo un periodo di pausa, è rinato come ELASTICOFa/ART, una factory di co-housing d’arte e atelier creativi con residenze artistiche, laboratori e una propria etichetta discografica, Elastico Records. Attualmente, è in fase di trasformazione nella nuova sede di Via De’ Carracci 69, che sarà un rifugio per le arti in tutte le sue forme.

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#8 anwer

Siamo giunte quasi al termine dell’intervista, in redazione siamo tutti appassionati di musica, ed è uno dei linguaggi artistici che privilegiamo, ci dite tre tracce a cui siete particolarmente legate. Grazie.

Emerge –Fischerspooner
Poison Lips – Vitalic
Musique Automatique – Stereo Total

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